J.A.S.T – Un serial tv fatto di carta (by Alan)

  • Febbraio 3, 2011 12:53 pm

J.A.S.T è un avvincente racconto che ha come caratteristica quella di essere strutturato e narrato come un serial televisivo. Una spy tale suddivisa in tre volumi racchiusi in un bellissimo cofanetto e formata da 9 episodi della durata di circa 40 minuti ciascuno.
Un esperimento narrativo ben riuscito, la cui forza sta sia nella formula, sia nei contenuti narrati.
Dall’Afghanistan al Libano, da New York a Boston, da Roma a Bologna spaziando dagli anni 80 fino al nuovo millennio. Chi ha letto la “triologia sporca dell’Italia” di Sarasso (Confine di stato, settanta e United we stand) ritroverà gli elementi caratterizzanti di quella storia: inseguimenti, sparatorie, stragi, spie, imbrogli e naturalmente segreti di stato.

In J.A.S.T il filo conduttore del romanzo è un intrigo internazionale che riguarda il furto di alcuni importanti documenti che non dovrebbero neanche esistere e invece sono conservati in una base militare del New Jersey che si intervalla con dei flashback nei quali viene raccontato il passato dei quattro agenti segreti protagonisti della storia.

In attesa di una nuova stagione di J.A.S.T o di una trasposizione in formato televiso qui c’è il link all’intervista che Sarasso ha rilasciato alla bellissima trasmissione Tabula rasa in onda su Radio Onda Rossa il lunedì alle 21.

[Letture] La strada – Non c’è storia e non c’è futuro (by Alan)

  • Gennaio 9, 2011 2:12 pm

La strada di McCarthy è il primo libro che mi ha accompagnato in questo 2011. Un romanzo breve, con un ritmo lento, ma allo stesso tempo intenso e coinvolgente.
L’autore ci mostra la sofferenza e l’orrore di un mondo apocalittico: una catastrofe nucleare ha spazzato via la maggior parte delle persone sulla terra e pochi superstiti si aggirano spaventati nella cenere, affamati e nemici tra di loro. Tra questi, i protagonisti del romanzo; un padre e il suo bambino, uniti dall’amore reciproco, che viaggiano in direzione dell’oceano portandosi dietro un carrello della spesa con i beni di prima necessità.
La peculiarità di questo romanzo è quella di dire molto senza far sapere nulla. Non ci sono punti di riferimento, la trama si potrebbe sviluppare in un luogo qualsiasi e pure dei protagonisti non si sa quasi niente, nemmeno i nomi.
Potrebbero essere chiunque, esseri umani senza passato né futuro.

Una narrazione straziante, che in modo molto crudo ci porta a riflettere sul senso dell’essere uomo, della sua genesi e di quello che resterà “alla fine”.
“Su questa strada non c’è benedetta anima viva. Sono scomparsi tutti tranne me si sono portati via il mondo.
Domanda: che differenza c’è fra ciò che non sarà mai e ciò che non è mai stato?”

La tregua

  • Settembre 26, 2009 1:00 pm
Abbracci queste ore
in una tregua
di velluto
e spingi
i pezzetti del mio cuore
fino al prossimo bagliore.

Perunpelo

  • Giugno 9, 2009 1:15 pm

Foto di Perunpelo
Descrittivi di Chishiki

 

“I nostri sogni, uno spiraglio, oltre ogni barriera”

“Tenebrosa speranza…”

“Dolce deriva…”

“Un duro cammino, nel tramonto mormorante”


L’ora della merendina

  • Maggio 15, 2009 8:36 pm

Sull’attenti, come

anziane signore ferme,
intimorite, alle strisce pedonali,
non vedi l’ora
della merendina e di qualche
agguato televisivo.
Con le chips a lanciarti
vane moine amorose
e le pantofole a saltare
come le tette di Victoria Sylvstedt,
imbastisci le tue lodi
ad una vita in ritardo e in braghe corte,
lanciando baci dalle tribune
con gli zwieback ribassati
che ti illudono,
fino al prossimo
camion dei rifiuti.

La (talvolta) malriposta fiducia nel copilota

  • Aprile 6, 2009 3:04 pm

Era un periodo che non lavoravo, uno di quei periodi piacevoli perché non hai pensieri assillanti né tantomeno obblighi quotidiani, dove puoi praticamente decidere, seduta stante, cosa fare. Se si aggiunge che, per natura, sono persona viziosa e gaudente, il quadro è presto fatto. Fu pertanto ovvio, da parte mia, accogliere con entusiasmo la possibilità di seguire i Soul Line in una loro trasferta zurighese, mercoledì 13 febbraio 2008. Di fatto rappresentavo la crew ma, oltre a ciò, una serata infrasettimanale con i
presupposti menzionati prima offriva sicuramente sviluppi interessanti o, perlomeno, inusuali. Mai previsione fu più azzeccata!Inoltre, avendo trascorso più di tre anni nel
canton Zurigo, il fatto di ritornarci, anche se solo brevemente, aveva incrementato all’eccesso la mia euforia. La partenza fu assolutamente normale. Era una giornata invernale incredibilmente soleggiata; due auto con a bordo gli strumenti e le installazioni necessarie alla band, i musicisti (di cui uno, il tastierista, già in loco a Zurigo) e la crew, cioè io. Purtroppo, dopo alcuni mesi, anche la mia memoria può vacillare: ora infatti non ricordo se comprai birra per allietare il viaggio e per che ora bisognava essere alla Dynamo Werk di Zurigo, il locale dove si sarebbe tenuto il concerto; ricordo unicamente che, imboccata l’autostrada a Bellinzona nord, non iniziò un viaggio, bensì un’odissea.

La cripta

  • Febbraio 1, 2009 2:24 pm
Una supplichevole mano
nella quiete del mattino.
 
Alcune ossa
galleggiano su scontrose nuvole.
 
Un fuoco, nell’oblio
di ogni nascita.
 
Bruciano i sogni,
le aspirazioni, i sentimenti.
 
In questa cripta effimera
giacciono le nostre vite.

Inverno

  • Febbraio 1, 2009 2:20 pm
Inverno, tu immensamente
dalla Terra aspra ritorni,
rinvigorisci le sue membra
per donarle nuovo splendore.
 
Può il simil mio biasimarmi?
Certo, ma schiudete le vostre tane,
e uditene il sapore
sopraffino, prima che fugga
in vallate incantate,
 
per sempre.

Il mondo digitale e la mia rivoluzione informatica (by Alan)

  • Dicembre 10, 2008 8:51 pm

Questo spicchio di mondo virtuale l’ho scoperto solo di recente, infatti, fino a meno di un anno fa, il mio utilizzo del pc equivaleva a quello di una macchina da scrivere che permetteva di accedere alla webmail di scuola e cercare in internet qualche testo con il vantaggio di non dovermi recare in biblioteca.

Il massimo della mia alfabetizzazione informatica fu l’uso di un peer to peer, ma il mio utilizzo si limitava a connettermi ad un server, digitare la canzone o il video a cui ero interessato e sperare che nell’arco di un paio d’ore potessi avere il file sul mio desktop.

Berlino

  • Dicembre 10, 2008 7:16 pm